Parole che parlano – 20 dicembre 2020

Cari Rover, care Scolte, cari Capi, care Capo,
Buona domenica!

Fra pochi giorni Gesù sarà nato e sarà nel mondo: prepariamoci ad accoglierlo con gioia.

Avete visto come la speranza divampa nella nostra regione? 🗺️ La Luce è dappertutto 🗺️!

Spazio alla Parola

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Lc 1,26-38

La Parola che parla

Una parola che emerge da questo brano è “FIGLIO”.
Don Andrea, assistente ecclesiastico regionale, ci aiuta a calare questa Parola nella nostra vita, perché ci parli.

I passi che vi proponiamo

In questa settimana fate risuonare questa Parola in voi, rileggete il Vangelo di oggi e soffermatevi sulla parola “FIGLIO“.
Provate a rispondere a queste domande:

  • Di chi ti senti figlio?
  • Ti senti amato da Dio come da un papà?

Condividete con noi il vostro pensiero taggandoci nelle storie di instagram, cercateci e taggateci: @brancarspiemonte.

E, se non ci sentiremo più, buon Natale!

Una proposta più ampia: #ParlamidiLui

Questo cammino di Avvento si innesta nella proposta della Branca R/S nazionale #parlamidiLui: un cammino per i Noviziati, i Clan e i Fuochi per riscoprirLo attraverso le parole e la Parola.

Questa domenica ci parlano di sentirsi “figli” Sofia e Davide.

Dalla parola alla vita

Signore, tantissime volte mi sono sentita ripetere che sono Tua figlia, ma non mi ero mai fermata a riflettere sul reale significato di questa parola che, invece, mi facevo scivolare addosso con noncuranza.

Non ero mai riuscita a cogliere il carico di amore incondizionato racchiuso in quelle sei semplici lettere.

Figlia.

Sei lettere minuscole, ma con un potenziale così grande.

Grande come può essere l’amore di un padre per il proprio figlio, incondizionato e senza aspettative: lo ama e lo amerà per sempre per ciò che è, perché è proprio lui, è suo figlio. Noi figli invece non possiamo farci niente, questo è un amore così grande che non dipende dalla nostra volontà: possiamo scegliere di amare, ma non possiamo decidere dell’amore degli altri nei nostri confronti, tanto meno di quello di Dio; se siamo amati lo siamo, punto, non si possono cambiare le carte in tavola. Questa consapevolezza mi dona una grande pace e serenità: qualunque scelta io prenda, giusta o sbagliata che sia, qualunque persona io scelga di diventare, qualunque strada io deciderò di intraprendere, so che ci sarà sempre Qualcuno che mi guarderà come un padre guarda a sua figlia, con sguardo pieno di amore. Allora non ci resta che lasciarci completamente cullare e invadere dal Tuo amore, con la certezza che Tu, Dio, ci conosci più di quanto noi conosciamo noi stessi e ci ami in quanto tali, in quanto tuoi figli.

Sofia, 20 anni

#parlamidilui

Se penso alla parola figlio penso al mio nipotino di due anni, gioia di noi zii, amato da sempre e per sempre da mamma e papà.

L’affetto che avvolge un figlio è totale, immeritato, è un fuoco che scalda, pronto ad accogliere e a lasciar andare. Questa accoglienza la ho ricevuta dai miei genitori, ma altre volte lungo la
strada ho sentito mani e occhi che mi venivano incontro.

Era una sera tardi in Val di Susa, camminavamo da tutto il giorno nel nostro hike durante la ROSS, stavamo per accamparci infreddoliti nel parco giochi quando una famiglia fermò la macchina, ci corse a chiamare e ci invitò a dormire in casa propria. Una volta chiamai un’amica e un amico in una sera in cui sentivo di non meritare niente, loro vennero e fui sollevato dal condividere con loro il peso che portavo.

Mi sento amato infinitamente anche solo dalla mia nonna, quando in queste settimane mi intravede per strada e si affretta a salutarmi dalla finestra.

Ho pian piano cominciato a riconoscere in questi sguardi di amore la carezza di Dio per me che sono suo figlio.

Questo è il desiderio che porto e la grazia che chiedo: saper riconoscere la carezza di Dio negli incontri di ogni giorno, lasciare che le mie mani portino la carezza di Dio.

Davide, 27 anni

Scopri di più su #parlamidilui a questo link: parlamidilui.agesci.it/avvento-2020


Anche questo fa parte di “Sentinelle di Speranza”: vuoi saperne di più? Clicca sull’immagine qui sotto!

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