Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Giovanni 4, 31-38)
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo, infatti, si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Rifletto…
In questa parabola Gesù ci dice che la semina comporta attesa, attenzione e fatica. Chi fa fatica raccoglie i frutti del suo lavoro. Proprio come lui ha faticato per diffondere la parola di Dio, ora tocca ai discepoli faticare per continuare la sua opera e raccoglierne i frutti.
Eh secondo te?
Hai mai visto il risultato di una tua fatica? Eri soddisfatto alla fine?
Preferisci fare fatica per raggiungere i tuoi obiettivi oppure scegli la via più facile e veloce? Perchè?
Sai essere paziente e aspettare che i semi che hai seminato germoglino? Oppure hai fretta di raccogliere tutto subito?
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.