Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Matteo 26, 36-39)
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”. E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però Non come voglio io, ma come vuoi tu!”.
Rifletto…
Gesù va nel Giardino del Getsemani con i suoi discepoli per pregare. È molto triste e spaventato perché sa che presto sarà arrestato e dovrà soffrire. Chiede ai suoi amici di rimanere con lui mentre prega.
Gesù prova molta paura e tristezza perché presto dovrà affrontare momenti molto difficili. La paura che prova è molto forte, ma trova la forza di accettare ciò che gli succederà grazie alla preghiera e alla sua fiducia in Dio. Questo ci insegna che quando siamo spaventati o tristi, possiamo trovare conforto e forza nella preghiera, nella fiducia e grazie agli amici.
Eh secondo te?
In quale occasione hai avuto paura di fare la cosa giusta? C’era qualcuno al tuo fianco o eri solo?
Cosa fai quando sei impaurito o in preda all’angoscia? Come superi la situazione? Chiedi mai aiuto a Dio?
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.